Testimonianze
Esercizi spirituali
Un cammino da condividere
Le testimonianze che seguono sono di persone che hanno concluso il percorso degli EVO e alle quali è stato chiesto di riassumere la loro esperienza.
Ciascuno ha colto gli elementi che hanno inciso di più sulla sua vita.
Non vogliono essere un esempio di ciò che si può ottenere facendo gli EVO: ciascuno infatti fa la sua esperienza personale di incontro con il Signore e ottiene frutti spirituali diversi.
Questo vuole essere piuttosto uno spazio di condivisione di alcuni vissuti spirituali degli esercitanti da accogliere e contemplare come piccoli tasselli dello splendido mosaico che è l’opera di Dio in ciascuno di noi.
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Ho scoperto l’amore di Dio per me: ho accettato più me stessa, sono diventata più sicura, ho iniziato a mettermi in gioco, a prendere di più l’iniziativa (prima pensavo di non farcela). Ho iniziato a cacciare la mia idea che la sofferenza sia una conseguenza dei nostri peccati. Stavo perdendo un’occasione preziosa che il Signore mi aveva dato; ho colto un cambiamento in me: la mia relazione con il Signore è cresciuta, si è fatta più solida, più frequente. Questo incontro con il Signore mi ha aiutato a vivere meglio il mio quotidiano, con Giovanni, con i miei figli, con il lavoro. Ho una maggiore serenità interiore, sono meno affannata, riesco meglio a fissare le priorità della giornata. Ho colto una maggiore capacità di accogliere anche persone che prima non stimavo, di vederli come me figli di Dio e preziosi a Lui… il Signore ama me Paola così come sono e ama noi come coppia e con noi vuole costruire il suo Regno.
Ho preso coscienza dell’importanza della mia fede, di averla ricevuta, di trasmetterla a mia volta. Non avevo mai inteso il peccato come una mancanza, come un vuoto di amore: è più facile per me riconoscerlo e staccarmi da lui. Lo stile di vita con cui voglio vivere è quello della mansuetudine e della mitezza. Prima di questo percorso ero diverso: non ero un’unica persona negli ambiti che frequentavo: ho trovato un’identità che posso esser fiero di portare ovunque; ho rinunciato ad alcuni spazi dedicati a me per metterli a disposizione della parrocchia. Ora il desiderio è che attraverso lo Spirito di Cristo anche io possa parlare al mio prossimo con il linguaggio dell’amore.
Dentro di me c’è stata davvero una rivoluzione: dovevo guardare dentro me stessa, il mio passato… Ringrazio Dio perché ha voluto farmi partecipare a questa sorprendente avventura. Da allora non ho fatto altro che cercarTi! Gli EVO per me sono stati come una gestazione: dare alla luce questo bambino (la mia Elezione Fondamentale), conoscerlo e chiamarlo per nome. [Tra noi in gruppo] prima eravamo degli estranei, poi siamo diventati conoscenti, poi siamo diventati amici, poi siamo diventati fratelli, figli dello stesso Padre, perché abbiamo tutti le stesse sensazioni.
Questo amore gratuito [di Dio] per me, così come sono con i miei limiti e le mie difficoltà, ha fatto cambiare la visione di me stessa e mi ha fatto accettare per come sono. Mi sono lasciata amare dal Signore, sono riuscita ad accettare maggiormente gli altri, ho imparato la preghiera del cuore. Quando io pensavo di non fare niente, il Signore ha fatto le cose più grandi. Il fatto di condividere [con il gruppo] queste esperienze profonde ci ha resi fratelli. Un grosso desiderio che ho è quello di far conoscere agli altri questa esperienza. Affronto tutto in maniera diversa, anche i momenti di difficoltà, perché so che Lui è con me e questo mi basta.
Il Signore mi ha stupito perché malgrado tutte le difficoltà e le resistenze c’è stato sempre e mi ha detto: “Guarda che per te e per ognuno è possibile una resurrezione”. Il Signore è stato un artista che con delicatezza ha tolto delle patine (le cose che non servono) e, assieme al volto della Trinità, ho ripreso colore anch’io. Il regalo più bello è che si può rinascere un’altra volta e si può tornare a casa. Questa esperienza mi ha aiutato a volgere lo sguardo a Gesù e a vedere un po’ come vedono il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo: il Padre continua a creare in me un cuore nuovo. È stata una grande esperienza di riconciliazione con me stessa, con gli altri, con il Signore. Non c’è niente che il Signore non possa raggiungere e far risorgere: questa è stata una gioia infinita. Sento che noi siamo per la Gloria di Dio. Ho imparato a vedere ciò che di bello e di buono c’è dovunque. Ho riscoperto i sacramenti, soprattutto l’eucarestia.
Il percorso EVO, dopo due anni di impegnativo ed intenso cammino, si è chiuso con la giornata intensiva del 28 maggio. Vi abbiamo partecipato in otto dalla nostra parrocchia e ognuno di noi, nella verifica finale, ha convenuto che, pur partendo tutti da un cammino di fede, è stata un’esperienza densa e ricca, che questa fede ha aiutato ad approfondire. È stato un viaggio che ci ha guidati a fare memoria delle meraviglie che il Signore ha realizzato nella vita di ciascuno di noi e ci ha preparati alla missione, ad essere protagonisti di quella chiesa in uscita di cui parla Papa Francesco. Nel percorso abbiamo recuperato, e oseremmo dire, “riscattato”, le fatiche e i pesi che hanno accompagnato il nostro cammino e ci siamo aperti alla chiamata del Signore per essere pronti a realizzare ciò che Lui ha pensato per ciascuno di noi per la nostra vita futura.
La Fede è un cammino che non finisce mai, una riscoperta continua di me come creatura, ma soprattutto come figlia. L’esperienza EVO mi ha aiutata ad approfondire il mio rapporto con “Lui”, Padre amoroso e accogliente.
Il tesoro prezioso che l’esperienza EVO mi ha donato è il riconoscere il valore dell’intimità con Gesù: posare la testa sul suo petto e gustare quello stare con Lui che ti riempie di gioia il cuore. E, solo chi posa il capo sul Suo petto è in grado di riconoscerLo e di dire agli altri: “È il Signore!”.
È stato un cammino di emozioni, rivelazioni, prese di coscienza e una grande crescita nella fede. Un condividere e crescere anche del vissuto delle mie sorelle e fratelli nella fede che hanno camminato con me. Ringrazio loro e le guide per le ricchezze ricevute in questi due anni di cammino.
Qualcuno una volta mi ha detto che le cose belle che ci accadono non vanno tenute per sé, ma condivise. Per questo desidero parlarvi della mia esperienza di “cammino cristiano” degli EVO, un percorso di approfondimento di fede in cui si impara a leggere la nostra vita alla luce della Parola di Dio, a camminare con Cristo, a diventare suoi discepoli e a vederlo nelle persone che abbiamo accanto e incontriamo. Prima di intraprendere questo cammino provavo per Dio una forma di amore/rispetto con degli slanci affettuosi, specialmente in particolari situazioni della mia vita, quando lo sentivo vicino. Faticavo però a far crescere questo amore. Più di qualche volta mi sono chiesta: “Come faccio a voler bene a Qualcuno, che in fondo non conosco, più delle persone con cui mi relaziono tutti i giorni?”. L’esperienza più bella è stata quella di sentirmi “figlia amata di Dio Padre”. Ho vissuto e rivissuto in diversi momenti della mia vita la parabola del figliol prodigo e dell’altro figlio e ho capito con il cuore quanto Dio mi ama e ci ama tutti. Ho scoperto che dinanzi a Lui siamo tutti uguali: non c’è chi è più meritevole e chi meno. Siamo tutti peccatori, ma la differenza la fa il suo amore nei nostri confronti, il suo amore che – le nostre guide EVO non si sono mai stancate di ripeterci – non si merita: è gratis! È il suo amore e il nostro desiderio di accoglierlo che ci rendono salvi. Attraverso gli EVO Dio mi ha liberato da diversi “mali” tra cui la falsa immagine che avevo di un Dio severo e che castiga. Questo amore di Padre, attraverso la meditazione e contemplazione della sua Parola, un po’ alla volta ha lavorato in me cambiando il mio cuore e facendomi capire che Dio non castiga e neppure “ci manda nulla”, ma vuole solo il bene dei suoi figli e che impariamo ad amarlo così come siamo, senza aspettare di essere migliori. Ora vedo Dio come il Padre che mi accoglie e protegge, che mi abbraccia nel Salmo 139 (138) “Alle spalle e di fronte mi circondi e poni su di me la tua mano”. Ma ha anche il volto di Gesù che mi ha rivelato il Padre e che, Figlio di Dio, è una cosa sola con Lui. A fianco di questa consapevolezza di amore di Dio, rimangono comunque i miei difetti, le mie paure, le mie cadute nel peccato, il mio trascinarmi a volte stanco nel cammino della vita, la mia difficoltà ad amare chi ritengo mi abbia fatto del male, però mi sento un po’ come S. Paolo “Non ho certo raggiunto la meta, non sono arrivato alla perfezione; ma mi sforzo di correre per conquistarla, perché anch’io sono stato conquistato da Cristo Gesù.” (Fil 3,12). S. Paolo correva, mentre io spesso mi rendo conto di camminare, ma sono comunque in cammino, fiduciosa che Dio rispetta le caratteristiche e i tempi di ognuno. Rimangono ancora interrogativi e timori, ma in mezzo a questi custodisco nel cuore le parole di Gesù: “Guardate gli uccelli del cielo: non seminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro?” (Mt 6,26) La Parola di Dio è una sola, ma ogni esperienza di incontro con il Signore alla luce della sua Parola è personale e diversa per ciascuno di noi. Non vi resta che provare! Gesù vi direbbe: “Venite e vedrete!”.
Daniela: Due anni di EVO… e non sentirli, nel senso che sono volati. L’ansia dell’impegno quindicinale e delle giornate intensive ha lasciato spazio alla gioia di approfondire il mio rapporto con Gesù e di conseguenza con il prossimo. Aver condiviso questa esperienza con mio marito è stato per me emozionante e rassicurante allo stesso tempo. Non mi sono accorta subito che la mia vita stava cambiando: in questi ultimi mesi, però, dovendo rivedere il cammino fatto, mi sono resa conto dei frutti che sono nati dentro di me ed intorno a me. Elio e Daniela: siamo più sereni, più disposti ad aiutare gli altri a cominciare dai nostri cari, abbiamo capito che non siamo noi a decidere o manovrare il futuro dei nostri figli, siamo noi che dobbiamo essere per loro esempio e guida, ma le scelte della vita sono loro. Abbiamo capito quanto amore c’è tra noi, abbiamo capito che forza possiamo essere insieme, rispettando i rispettivi talenti, anzi proprio partendo da questi ognuno di noi può essere da solo, ma soprattutto insieme UN PRODIGIO. Non è orgoglio smisurato, né presunzione: noi siamo così con i nostri difetti e i nostri pregi, ma il Signore ci ama così come siamo e noi possiamo e dobbiamo trasmettere agli altri questo amore . Abbiamo capito cos’è la comunità e quanto può essere salvifica e rigenerante e oggi sappiamo che là devono passare le nostre future scelte, è là che ci chiama il Signore. Dobbiamo tutto questo ad una lettura semplice ma approfondita della Parola, alla riscoperta della preghiera, a una condivisione di pensieri, emozioni, esperienze con un gruppo meraviglioso che è stato per noi arricchente… a 1000, alle guide Evo che con discrezione, umiltà, gioia ci hanno accompagnato. Daniela: alla mia guida Gabriele, che pur conoscendomi da 1000 anni ha saputo scoprire con me e per me cose che non conoscevo o di cui non ero consapevole. Elio: alla mia guida Franco, che un po’ alla volta è riuscito a leggere e a farmi leggere il mio cuore; al silenzio di Cinzia, guida tirocinante, che per due anni ci ha ascoltato senza proferire parola, ma esprimendo anche solo con gli occhi la gioia di stare con noi. È cambiato tutto e non è cambiato nulla. La nostra fede è là come due anni fa, siamo noi che abbiamo delle nuove consapevolezze. Sappiamo che Gesù ci ama così come siamo, che questa nostra “ingenua” felicità di vivere secondo la sua Parola dobbiamo semplicemente farla trasparire, farla passare. Dobbiamo essere insomma testimoni dell’Amore non secondo dei canoni precostituiti, ma così come siamo noi secondo le nostre Elezioni Fondamentali: Daniela: semplicemente gioiosa. Elio: disponibile al servizio. Ovvio che tutto questo senza la meravigliosa certezza che Gesù è vicino a noi in ogni momento della nostra vita non sarebbe mai potuto accadere.
Mi sono sentito proprio in una piccola comunità che vive con lo stile della comunione e quindi della condivisione. Ci siamo nutriti della Parola di Dio. La preghiera non è più di richiesta, ma di ringraziamento. Il Signore mi ha sempre accompagnato. La cosa bellissima è stata scoprire che io sono un prodigio: mi ha cambiato come persona, come marito, come genitore. Vivo la giornata in modo diverso, più tranquillo e sereno: è una cosa bella che io auguro a tutte le persone di fare.
Il frutto più importante è stato quello di vivere accorgendomi della presenza viva di Dio nella vita di tutti i giorni sempre più spesso, non saltuariamente. Questo mi porta a vivere a un livello più alto perché in sintonia con Colui che ha creato la vita. Ho scoperto e mi sento in sintonia con la musica che Gesù aveva nell’anima: questo suo rapporto costante con il Padre. Ho guardato con gli occhi di Dio le persone e sono diventati fratelli. Ho fatto l’esperienza di sentire le mie mani e il mio corpo che attraverso l’eucarestia si trasformavano in quelle di Cristo. Ho provato la gioia di sentirmi ascoltato dal Signore: ti coinvolge, ti commuove, ti prende da dentro e capisco che viene dal Signore.
Gesù ha cambiato il mio modo di accostarmi al prossimo: riuscire a vedere il mondo con gli occhi e il cuore di Dio mi ha aiutato ad avere una pace interiore nella certezza che Lui si manifesta anche nel prossimo. Testimoniare Gesù non deve essere una costrizione imposta all’altro, ma una luce che attira. Sono più serena e so che il Signore ci ama tutti per quello che siamo e non per quello che facciamo. È cambiato nella coppia il modo di pregare, di parlare, è divenuto più naturale stare ogni giorno con Gesù, prima mancava come un ponte tra la fede e la vita quotidiana.
Mi capita sempre più spesso che quando mi rapporto con gli altri mi sento dire: “come si comporterebbe Gesù in questa situazione?” Poi mi sento sempre soddisfatto. Gli EVO sono stati un seme che inizia a germogliare: lo stile che mi sento chiamato ad incarnare è quello della crocifissione, della morte e della resurrezione. Quando si riesce ad accettare interiormente la sofferenza, poi c’è la resurrezione che porta la gioia anche se magari non avviene subito.
Il cammino verso Dio è fatto di tanti passi, tutti ugualmente importanti, ma tutti così incredibilmente diversi e originali! Gli EVO hanno rappresentato per me un passaggio fondamentale, indispensabile e provvidenziale, come lo è tutto ciò che Lui dispone per la nostra maggior crescita e per la nostra vera conversione. Temevo che un cammino spirituale mi avrebbe allontanato dalla mia realtà, invece ho fatto esperienza che questo procedere sempre più mi ha ricondotto alla mia vita vista con altri occhi, ma soprattutto con un altro cuore. Ringrazio il Signore per le tre splendide guide che ci hanno accompagnati sapientemente e affettuosamente: Andrea, Massimiliano e Silvia e per i compagni di viaggio: Monica, Monika, Lia & Diego, Nadia, Tiziana, Ornella e Rosanna persone ricche di umanità e spiritualità.
Alla fine di questo cammino mi sento cambiato perché hanno assunto un senso nuovo alcune doti e alcuni valori che già avevo scoperto di avere e che mi risuonavano come un elenco: spirito di intelletto, spirito di sapienza, spirito di giustizia e spirito dei bontà.
Nella mia storia precedente, il mio intelletto è stato, talvolta, come una trappola; ora sento che potrà essere come un dono per far star bene gli altri e non per manipolarli.
Nella mia storia precedente, la sapienza è stata, talvolta, occasione per sfoggiare o per elevarmi sugli altri; ora sento che potrà essere uno strumento per far innamorare di…, per suscitare passione in…, per far conoscere che tutto è degno di rispetto ed amore e che il conoscere porta all’umiltà del piccolo che può aprirsi al grande.
Nella mia storia precedente, la voglia di giustizia è stata, talvolta, segnale di orgoglio, occasione per colpire e vendicarsi; ora sento che potrà essere giustizia perché ci sia rispetto e unità, per la serenità della vittima ma anche del colpevole che “amato” cambierà (non c’è pena più dura ed espiante, ma anche rinnovatrice, dell’aprirsi alla consapevolezza dei propri errori).
Nella mia storia precedente, la bontà è stata, talvolta, come seduzione accattivante; ora sento che potrà essere mitezza e serenità contagiosa che abbatte barriere e crea ponti.
Quello che è stato potrà ancora succedere se non lascerò spazio allo Spirito e non invocherò la sua grazia “protettiva”; che non mi abbandoni mai la consapevolezza di dover tornare alle fonti, l’umiltà di chiedere aiuto e farmi guidare, la spinta dell’affidarsi allo Spirito di Dio e, se ci sarà battaglia (e ci sarà battaglia), la spinta a rinnovare la mia alleanza con Chi tanto ha voluto e mi ha cercato per darmi il suo aiuto.
Gli Esercizi sono venuti incontro al mio bisogno di introspezione, di meditazione, di preghiera, ma permettendomi di esprimere il mio bisogno di logica, di ordine, di comprensione che, apparentemente, sembra sempre stridere troppo con la natura stessa della fede. Pur avendo avuto modo, nel tempo, di apprezzare altri contesti/gruppi di spiritualità (ai quali sono grata per avermi dato molto!), nel contesto EVO il Signore mi è venuto incontro, permettendomi di utilizzare proprio quel tipo di approccio che a me è più congeniale: le Letture, la meditazione, l’applicazione, le riflessioni scritte. Tutto ciò è avvenuto nell’accompagnamento sapiente e affettuoso di splendide guide, e di un gruppo unico e insostituibile per ricchezza di umanità e di spiritualità. Mi sono sentita subito accolta in un ampio respiro di libertà, che non sempre si incontra. Lì il mio sofferto vissuto di separazione è stato compreso con molta delicatezza. E proprio in questo mio vissuto è avvenuto quanto di più bello il Signore mi potesse concedere. Vent’anni di separazione non mi hanno impedito, per grazia di Dio, di restare fedele al mio matrimonio, e di cercare, senza mai stancarmi, la riconciliazione con quel marito che avevo scelto “per sempre”. Tuttavia, nel tempo mi ero appesantita di tanti sentimenti, che si possono riassumere come “mancanza di perdono fino in fondo”. Ho lottato per anni, con tutte le mie forze per riuscire a perdonare: il cuore lo voleva, ma la ragione non accettava. E la mia natura mi portava sempre a razionalizzare, purtroppo… Ma proprio alla fine del percorso EVO, ecco la grazia tanto desiderata! Come il seme resta nel terreno per tanto tempo, senza manifestare la vita che si sta svolgendo di nascosto, così, improvvisamente, dal mio cuore è sgorgato un sentimento di misericordia e di perdono, che le profonde sofferenze mi avevano impedito di sperimentare per tanti, troppi anni. Un pianto caldo, dolce e liberatorio ne ha dato manifestazione, come balsamo benefico e salutare, segno di un muro che stava crollando dentro di me. E ancora adesso continua ad accompagnarmi nei momenti di maggiore intimità con Dio. È stato un dono, un dono grande, ne sono consapevole, che ho sempre cercato, chiesto, implorato! Ricordo bene di aver iniziato il cammino EVO manifestando apertamente le mie grandi aspettative. E il Signore, che non si lascia mai battere in generosità, e che sempre riesce a sorprendermi, mi ha donato molto di più di quello che potevo sperare: rispettando la mia “testa”, ha guarito il mio “cuore”! E non c’è grazia più grande della guarigione di un cuore.
Grazie alle mie guide, grazie ai compagni miei preziosi!
Da tempo mi chiedevo: com’è la mia FEDE? E sono una persona di fede! Parlando con una mia cara amica, ho scoperto che anche lei si faceva le mie stesse domande, e mi disse: “Voglio fare gli EVO”. Mi informai e decisi di frequentare. Gli EVO sono degli esercizi spirituali nella vita ordinaria, cioè nella vita di tutti i giorni, e durano 2 anni.
Sono felice di questo mio percorso, adesso mi sento più serena, più sicura, tutto mi sembra diverso, non sono mai sola, perché la presenza dello Spirito vive dentro di me. Ho conosciuto più profondamente il Signore, la sua bontà, la sua Parola e la sua relazione con il Padre. Lentamente ma costantemente, questo mi ha portato a riconoscere la mia identità di cristiana, ho capito che sono sua figlia amata, e ricambiando questo amore mi lascio guidare da Lui.
Ora il Vangelo, la santa Messa e tutte le funzioni eucaristiche le vivo, prima le ascoltavo.
Durante gli incontri EVO, nelle condivisioni con i fratelli, ho capito, nella preghiera, che oltre a confermare la mia fede, devo condividere con tutti i doni che il Signore mi ha dato. Sento che la fede non è un dono esclusivo, ma posso e voglio testimoniarla con le mie azioni, aiutando nel servizio generoso, compatibilmente con i problemi personali.
Se anche voi come me vi fate qualche domanda, la risposta può essere negli EVO, che vi aiuteranno perché imparerete a conoscervi. Noi a volte siamo frutto di una educazione, veniamo travolti più che coinvolti dalla società e questo fa sì che con il tempo ci creiamo una facciata per difenderci, ci mascheriamo e non sappiamo più che siamo veramente. Perciò, conoscere noi stessi, imparare ad amarci per quello che siamo, aprendo il nostro cuore al Signore che da sempre ci ama con i nostri pregi e i nostri difetti: tutto questo e molto altro cambierà la vostra vita.
Consiglio soprattutto alle persone ancora giovani: pensate durante l’estate qualche volta agli EVO e se a ottobre iniziamo di nuovo non perdete questa occasione.
Desidererei iniziare da una premessa: ho fatto molta fatica a riassumere, a scremare, a fare delle scelte fra tutto ciò che questo cammino spirituale ha rappresentato e rappresenta per me. Quindi questa mia testimonianza è solo parziale e riduttiva, una piccola cosa rispetto all’enorme impatto che gli Esercizi hanno avuto sulla mia vita. Se dovessi definire gli EVO con una parola direi che sono la risposta ad una chiamata. Dio mi ha chiamata perché mi facessi “prossima” a Lui, a me stessa ed infine agli altri uomini. Mi ha invitato a conoscerlo da vicino per poterlo amare e seguire, per poter essere in pienezza ciò che sono: una sua creatura, amata, libera ed in pace. Pregando ho messo ordine, ho risistemato il “puzzle” della creazione, mi ci sono collocata poi ho osservato che “…era cosa molto buona”. Mi ha poi insegnato ad accettare il fallimento e l’errore, il dolore e la delusione, trasformandoli in occasioni di crescita e di perdono. Sorge spontanea una domanda: “Io che parte ho avuto in questa relazione?” Ho solo dato la mia fiducia e la mia disponibilità, aprendo il cuore e affidandomi a chi, prima di me, ha già percorso questa strada. Come ringraziamento e augurandomi che questo cammino possa essere per moltissimi ciò che è stato per me, voglio concludere non con le mie parole, ma con la parola di Dio. “Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri del passato, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre.” (Ger. 6,16).
Guardando il mio poster, fatto nella giornata intensiva, mi trovavo su un dirupo con la continua paura di cadere; ma con gli esercizi spirituali ho incontrato Gesù che mi ha detto: “Non preoccuparti della tua vita, di quello che mangerai e berrai, né per il tuo corpo, né di quello che indosserai. La vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito?”. Questo mi ha fatto subito riflettere, ma la cosa che mi ha convinto a seguirlo è stata quando mi ha detto: “Guarda gli uccelli del cielo, non seminano e non mietono, né raccolgono nei granai eppure il Padre vostro celeste li nutre.” Da lì è iniziato un cammino di due anni, impegnativo e per alcuni versi faticoso. Ma quelle erano le regole, prendere o lasciare: ho “preso”. Prima ero abituato a parlare di soddisfazione-insoddisfazione di bisogni e di esigenze personali. Ho iniziato a parlare di consolazione e desolazione. Prima parlavo di collaborazione, ho iniziato a parlare di condivisione, ma soprattutto ho iniziato a fare condivisione. Ero abituato a fare introspezione psicologica, ho iniziato a fare l’esame spirituale di coscienza. Ero abituato a parlare di personalità, ho iniziato a parlare e a trovare la mia elezione. Piano, piano, senza accorgermi, ascoltando con le sue orecchie, vivendo i suoi sentimenti e le sue emozioni, gustando con le sue labbra, toccando con le sue mani, mi sono trovato nella situazione in cui ora “Lui vive in me”. Adesso, guardando il poster, lo vedo al contrario e mi avvio a fare agli altri come Gesù ha fatto a me. Il mio nuovo cammino è iniziato, il mio riferimento è il Vangelo, che se all’inizio era un’imposizione, adesso è un piacere. Quando ho sete vado a dissetarmi, a volte non finirei mai di bere. Con gli EVO ho imparato a bere, mi hanno dato un metodo, mi hanno insegnato a vivere e gustare la Parola del Signore vissuta sulla mia pelle, attraversandomi tutto e compenetrando nel mio profondo.